Se hai la possibilità di ascoltare l’audio ti consiglio di guardare il video qui sopra, altrimenti guarda la presentazione nel tab a fianco e scopri perché l’intelligenza emotiva è essenziale per vivere bene con te stesso e con gli altri.

Questi i contenuti della presentazione fatta a Firenze Libro Aperto con Lorenzo Degl’ Innocenti e Scout (la sua favolosa cagnolina). Purtroppo qui manca il contributo di Lorenzo e la scenetta scritta da Marco Vichi… che riproporremo presto nei nostri corsi.

Vivi le tue emozioni.                               

Perché l’intelligenza emotiva può aiutare a vivere meglio con se stessi e gli altri

di Eduardo Giordanelli

Perché spesso non riusciamo a fare ciò che vogliamo fare?

Perché non sempre ci piace ciò che abbiamo tanto desiderato?

Le neuroscienze ci dicono che queste domande equivalgono alle seguenti:

Quanti cervelli abbiamo dentro il nostro cervello? Perché non sempre vanno d’accordo? Possono andare d’accordo?

L’evoluzione ha costruito nuove funzioni sopra quelle già consolidate, per cui sopra il cervello del rettile (che non considereremo) ci ha montato quello del mammifero (sistema limbico) e poi sopra ancora la neo-corteccia.

In particolare nella zona sub-corticale vi sono aree specifiche, con neuro ricettori specifici e alcuni comportamenti predeterminati geneticamente dove risiedono sette emozioni fondamentali che condividiamo con tutti i mammiferi.

4 positive: Curiosità, affetto, desiderio sessuale e giocosità

3 negative: tristezza/panico, rabbia, paura

La curiosità è l’unica sempre attiva ed esplora l’ambiente o le sensazioni corporee alla ricerca di segnali che facciano scattare una ed una sola delle altre emozioni che determina il comportamento del mammifero fino a che nuovi segnali non facciano prevalere una nuova emozione

Questa parte del cervello non registra il passare del tempo e non è in grado di fare ragionamenti logici: il cane fa lo stesso tipo di feste al suo padrone che torni dopo trenta minuti

o dopo trenta anni… Non importa quanto tempo sia passato ma vede il padrone (segnale) e parte la festa!

La neo-corteccia è a tutti gli effetti come un cavaliere: ha coscienza di sé, fa ragionamenti complessi sia in termini di narrativa temporale che di causa ed effetto, parla, genera opzioni, stabilisce obiettivi a lungo termine ma per raggiungere qualunque meta dipende dall’animale che cavalca che è l’unico che decide dove andare

E se immaginiamo che100 anni di evoluzione corrispondano ad 1 grammo di peso… Il cavaliere è un omino piccolo, piccolo di 2-5 chili che tenta di comandare un enorme elefante che ne pesa 2200

I due danno il meglio di sé quando non si pestano i piedi nelle aree di rispettiva competenza: se vogliamo fare un ragionamento complesso abbiamo bisogno che l’elefante sia calmo o faccia cose semplici ed automatiche,

se l’elefante deve coordinare movimenti complessi e sofisticati il cavaliere non lo deve distrarre con pensieri inopportuni

Imparano in maniera completamente diversa.

Il cavaliere deve capire per imparare.

L’elefante impara associando segnali a comportamenti; per educarlo è necessario dargli un feedback immediato. Una nocciolina, carezza o bravo ogni volta che fa bene… Non dieci noccioline a fine giornata perché su trenta tentativi 10 volte ha fatto bene!

Hanno metri di giudizio diversi: il cavaliere, aiutato dalla curiosità, fissa obiettivi futuri innamorandosi della bellezza dell’idea, l’elefante vorrebbe poter scegliere sempre in funzione di ciò che gli è piaciuto in passato.

Gli obiettivi sono diversi: l’obiettivo principale del cavaliere è quello di generare pensieri che funzionino alla prova dei fatti, che diano un significato alle cose che capitano. Quando ha ragione prova entusiasmo e soddisfazione, quando sbaglia si sente deluso o demotivato…

l’obiettivo dell’elefante è stare quanto più tempo possibile nelle emozioni positive e quanto meno tempo possibile in quelle negative.

Il cavaliere è molto diverso dall’elefante, non lo capisce, e spesso ricorre a metodi autoritari per fargli seguire una certa strada: sopprime le emozioni del momento che si oppongono all’obiettivo, rimugina su emozioni del passato per allungarne l’influenza nel presente, critica di continuo il comportamento dell’elefante e genera pensieri limitanti che spaventano l’elefante se abbandona la retta via.

Tutte queste strategie e questo continuo chiacchiericcio stressano l’elefante e gli tolgono la voglia di fare le cose.

Ognuna di queste strategie è particolarmente dannosa a lungo termine: sopprimere le emozioni negative le può fare scoppiare,

sopprimere quelle positive, in vista di un obiettivo, ci può privare della nostra umanità: nella “Banalità del male” di Hannah Arendt  viene osservato come Eichmann avendo perso la capacità di provare qualunque tipo di affetto verso le sue vittime non aveva problemi a considerare un semplice mestiere l’organizzazione dello sterminio sistematico degli ebrei.

stimolare troppo una emozione, anche solo rimuginando, a discapito delle altre dà origine a vizi e vite non soddisfacenti

e i pensieri limitanti costruiti per non abbandonare la retta via rispetto ad un obiettivo che avevamo ieri, potrebbero impedirci di fare oggi quanto è necessario per il nostro nuovo obiettivo.

L’intelligenza emotiva è la capacità del cavaliere di prendersi cura del suo elefante e di quelli degli altri per fare in modo che questi marcino volentieri verso le mete del cavaliere… per cui le fasi dell’intelligenza emotiva sono:

Fase 1. Essere cosciente di come sta l’elefante: osservare e riconoscere le emozioni tramite discipline introspettive come la Mindfulness.

Fase 2. Far star bene l’elefante in modo che ci porti volentieri verso la nostra meta

Fase 3. Riconoscere come stanno gli elefanti degli altri tramite vari metodi di ascolto consapevole delle parole e del linguaggio del corpo.

Fase 4. Ragionare con l’elefante degli altri…Ovvero saper calmare l’elefante del nostro interlocutore con adeguati comportamenti empatici. Solo quando tutti gli elefanti stanno bene e sono calmi i cavalieri possono ragionare.

In poche parole hai un’alta intelligenza emotiva quando:

  • i tuoi pensieri, alla prova dei fatti,  funzionano 
  • le quattro emozioni positive vengono stimolate regolarmente ma senza eccessi, 
  • le tre negative vengono accettate, non soppresse, quando si presentano e poi… Lasciate andare.

Insomma… giocare, desiderare,  amare, curiosare sono le attività che ci rendono umani mentre cerchiamo il senso della vita che ci rende divini.

Pubblicherò approfondimenti su questi argomenti regolarmente su www.emotionalintelligenceleadership.it

Bibliografia

Per la metafora del cavaliere e dell’elefante:

Felicità: un’ipotesi. Verità moderne e saggezza antica, 2008 di Jonathan Haidt (Autore), P. Bonini (Traduttore)

Per la descrizione delle emozioni subcorticali:

Archeologia della mente. Origini neuroevolutive delle emozioni umane, 2014 di Jaak Panksepp (Autore), Lucy Biven (Autore),

Per gestire il cambiamento e capire come funzionano i pensieri limitanti:

Resistenza al cambiamento. Come superarla e liberare le nostre potenzialità, 2018 di Kegan (Autore), Lahey (Autore)

Per le quattro fasi dell’intelligenza emotiva ed una rapida carrellata di metodi per svilupparla:

Intelligenza emotiva 2.0, 2013 di Travis Bradberry (Autore), Jean Greaves (Autore),

Per il dialogo e ascolto consapevoli:

Intelligenza emotiva per la coppia, 2013 di John Gottman (Autore), Nan Silver (Autore)

Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste, 2010 di Paul Ekman (Autore), A. Basso (Traduttore)

Per la Mindfulness in generale:

Vivere momento per momento, 2007 di John Kabat-Zinn (Autore)

Guarisci te stesso. Lezioni di mindfulness,  2015 di Saki Santorelli (Autore), A. Lucarelli (a cura di),

Se ti è piaciuto questo video chiedi informazioni sul Coaching sui pensieri limitanti e sui miei corsi!!! Grazie.

www.emotionalintelligenceleadership.it       eduardogiordanelli@gmail.com