La generosità è la capacità di dare senza volere nulla in cambio, né ora né mai.
Non è generoso don Corleone quando dice”un giorno, e non arrivi mai quel giorno, ti chiederò di ricambiarmi il servizio, fino ad allora consideralo un regalo per le nozze di mia figlia.”
Non è generoso chi pretende almeno un grazie o chi spera in una ricompensa ultraterrena. Allora qual è l’utilità della generosità? Per quale motivo l’evoluzione ha fatto in modo che i nostri atti di vera generosità siano accompagnati da un sorriso e sensazioni di soddisfazione, leggerezza, connessione, gioia?
Perché l’evoluzione premia la nostra capacità di lasciare andare e tornare ad essere presenti nel momento. Se siamo sequestrati emotivamente da rabbie antiche, da tristezza inconsolabile, da senso di colpa, nostalgia, delusione o altre emozioni e recriminazioni che ci legano ad un passato che non si può più cambiare dobbiamo imparare a lasciare andare e ricominciare a vivere. La generosità è una delle poche attitudini che provoca emozioni piacevoli mentre ci allena a lasciar andare. Non solo… L’attaccamento, anche alle emozioni spiacevoli, nasce spesso dall’assumere il punto di vista della scarsità (un amore così non tornerà, un’occasione così non si ripresenterà, a questo errore non potrò mai rimediare…), mentre la generosità ci allena ad assumere il punto di vista dell’abbondanza: all’inizio riesco a non pretendere nulla indietro solo se do ciò che ho in abbondanza, con il tempo imparo anche a essere grato di tutte le abbondanze che riesco a donare con generosità.
Una meditazione che allena la generosità è la Tonglen, che qui vi propongo nella sua forma esperienziale (la forma che non ricorre a frasi rituali).