Ogni volta che saliamo su un aereo la hostess ci ricorda che in caso di emergenza prima dobbiamo mettere noi stessi la maschera d’ossigeno e solo dopo pensare ad aiutare gli altri. Se non sappiamo come mettercela e se non abbiamo dentro abbastanza ossigeno per stare bene e coordinare bene i nostri movimenti come facciamo a sapere se riusciremo a metterla, e bene, ai nostri cari?
Credo che la stessa cosa valga per l’amore: se non so come darmi amore, come faccio a dare, e bene, amore agli altri?
Quali sono i più comuni indicatori che non ci amiamo abbastanza a noi stessi?
- Se ai nostri amici in difficoltà offriamo un mix di affetto e consigli ricchi di saggezza e speranza mentre, in situazioni analoghe, a noi stessi daremmo solo autocritica, senso di colpa e rassegnazione.
- Se rimuginiamo di continuo sul passato o stiamo in ansia sul futuro senza vivere, godere e sfruttare il presente
- Se troppo spesso pensiamo: “non sono all’altezza”, “non me lo merito”, “chi mai mi potrà amare?”
- Se la nostra è una vita di sacrifici e non di cose che facciamo per passione, interesse, amore
- Se non sappiamo dire di no
- Se accettiamo rassegnati l’ingiustizia
- Se abbiamo paura di provare, di osare.
Se non amiamo noi stessi ci manca la pratica quotidiana per capire quando dobbiamo essere pazienti e quando è giusto dire di no, quando e come si deve dare e quando e come si deve ricevere, quando si deve provare e quando no e così rischiamo di offrire solo la teoria dell’amore e non vero amore.
La meditazione sull’amorevole gentilezza è quella che tradizionalmente ci aiuta ad imparare ad amarci e a dare amore nella giusta maniera. Qui ve la propongo nella sua forma esperienziale (la forma che non ricorre a frasi rituali).